La val di Sole, ma in generale tutto il Trentino, è una terra ricca di storie scritte e ritrovate, molte altre sono tramandate a voce, di generazione in generazione.
La montagna, si sa, è un luogo ricco di tradizioni e di storia in cui si intrecciano credenze popolari, favole, superstizioni. Un po’ di realtà, un po’ di fantasia ma anche una buona dose di mistero, avvolto nella coltre del tempo e delle memorie di nonni, zii ed anziani abitanti di paesini e borghi, che ancora sono pronti a portarci nel segreto di streghe, gnomi e folletti.
Ad esempio, si narra che secoli fa ai tempi di cavalieri valorosi e dame gentili, una dolce e bella fanciulla e figlia di un ricco mercante, proveniente dai Grigioni, fosse giunta in prossimità di Pejo, paese tranquillo e prospero. Un giovane facoltoso e aristocratico del posto, signore della valle, vedendola così bella e dai modi raffinati se ne innamorò perdutamente.
Si dice che allora lui, per raggiungere la sua amata, si inerpicasse ogni notte fino a Valpiana per riuscire così ad incontrarla, suscitando però le ire del padre di lei, contrario a questo sentimento. Quest’ultimo, furente per l’insistenza del ragazzo, si rivolse ad una vecchia arpia che viveva vicino ad un antico masso ieratico, dove lei e le sue terribili compari erano abituate a ritrovarsi per i loro riti magici ed infernali. Questa terrificante ed avida “stria”, una notte, tese una sorta di imboscata al giovane innamorato che saliva in Valpiana, carico di doni per la sua amata ed assieme a dei suoi servitori.
L’odiosa strega, con un incantesimo e grazie alla potenza di quel luogo prodigioso e malefico, trasformò gli uomini in grandi pietre e rubò le loro ricchezze, per la gioia della sua avidità e la serenità del padre della donzella. Ancora oggi è possibile visitare il “Sass delle strie”, grosso masso a coppelle a 2180 m di altezza, dirigendosi a Soroden, attraversando la Malga Saline e salendo al Vioz. Un percorso suggestivo che si può anche intraprendere con le ciaspole, godendo di uno degli itinerari più interessanti del Parco Nazionale dello Stelvio sulla dorsale del “Filon degli Omeni”, nome che ricorda appunto l’antica favola.
Oltre a queste e molti altri racconti tra mito e storia, in Val di Sole poterete trovare uno scenario perfetto per camminare tra i boschi, magari con i più piccoli della famiglia, alla ricerca di strane e incredibili creature che vivono tutt’oggi nelle storie e testimonianze che qualche persona del luogo vi potrà riferire.
Il Salvalan, ad esempio, è un uomo grande e grosso con una folta barba e che vive nascosto in montagna. Non ha un bel carattere, è schivo e poco incline a far festa, ma sa tutto del bosco e delle altre creature che lo abitano. Se lo incontrate, non abbiate paura di lui: dategli un po’ di cibo e sarà contento, se ne andrà poi mansueto… magari dopo avervi rivelato qualche segreto.
In qualche vecchia e tradizionale casa di montagna, nelle vostre passeggiate, potrete invece notare vicino alle finestre di legno delle piccole aperture, dei “portelli” appositamente scavati, che servivano (e probabilmente ancora hanno questo scopo) per lasciare un po’ di cibo alle Vivane. Queste sono delle meravigliose creature che vivono vicino ai corsi d’acqua, delicate, eteree e simili a delle piccole fatine. Sono buone e carine e aiutano chi si perde nel bosco a ritrovare la via di casa. Se non vi ricordate il sentiero, ve lo sapranno indicare.
La Val di Sole è una fiaba a cielo aperto, visitatela!
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